Immaginatevi un tardo pomeriggio di fine luglio. La città è quasi vuota, ma al Mudam, il museo di arte moderna di Lussemburgo, presentano una nuova installazione. Si sente della musica elettronica, ci sono poche persone. Sembra quasi che il museo sia aperto solo per voi. E poi, ti presentano l’installazione, in poche parole te la spiegano e poi ti dicono: provala! E lì, inutile contenere l’entusiasmo, sono tornata bambina. Perchè l’installazione di
Yuri Suzuki è una grande tela bianca, dove gli stessi visitatori possono creare la loro opera: disegnando con un pennarello nero e molti colori, ognuno di noi può creare la propria sinfonia. I tratti dei pennarelli sono letti da dei piccoli robot che li seguono e decodificano per ogni colore un tipo suono. Il tratto nero è il percorso, i vari colori le note e ciascuno dei robot ha una tonalità diversa: i bassi, i toni robotici etc. E non si può dire altro se non che è una piccola magia, che mi ha fatto dimenticare tutto il resto e a distanza di giorni, mi fa ancora sognare.