La bellezza, più o meno naturale, è l’ossessione della società moderna. Volti scolpiti, labbra carnose, zigomi prominenti, sono così desiderati da portare le persone ad uno smodato e sconsiderato uso della chirurgia plastica, nella speranza di creare ciò che la natura non ha loro concesso, o di vincere la costante sfida dell’uomo verso il tempo che passa. Perdonate il tono cinico, ma non ho intenzione di negare la mia disapprovazione per questo tipo di atteggiamento. Per questo ho trovato geniale “Urban Dolls”, il provocatorio lavoro della designer Vilma Vaiciule. Una serie di protesi facciali removibili, oggetti che rassomigliano più a macchine di tortura, in grado di enfatizzare parti facciali, e che una volta indossati consentono temporanee modificazioni dei connotati del volto, senza ricorrere alla chirurgia.