… Se penso alla definizione di foto sportiva, definisco tale genere come congelamento di un gesto atletico nella sua massima espressione. E’ a questo punto che la maggior parte della gente perde, o non consideri realmente, cosa voglia dire fotografare un “gesto atletico nella sua massima espressione”. L’ impegno inizia con la scelta dello spot e, se riesce a proporre uno spunto sfruttabile per praticare un trick degno di nota, si passa alla posizone della luce e, probabimente dopo giorni se non mesi, alla scelta di condizioni climatiche e nevose ideali. Questa non dipende dal volere del fotografo e neanche degli atleti, per cui si vive in costante attesa dell’ arrivo di una condizione generica ideale! Se si riesce ad arrivare a questo punto, inizia il vero e proprio lavoro! La salita, che non sempre è agevolata da motoslitte o gatti, il posizionamento delle luci e della fotografica, le prove, portano a lunghe attese spesso immerse in neve polverosa alta dal metro al metro e mezzo. Tutte le fatiche sono ripagate, non dalla foto finale, ma da quello che la montagna e la situazione ha saputo restituirti: il silenzio ovattato, il rumore di animali nascosti dietro a chissà quale masso innevato, la solitudine in un silenzio naturale ormai rumoroso alle nostre orecchie sature di rumori artificali e metropolitani …
Una doverosa precisazione: le immagini riportate di seguito sono adattate al layout del sito web, quindi possono differire per taglio e qualità alle originali fotografie.