Inauguriamo una nuova rubrica fotografica con una breve intervista alla fotografa Alessandra Tecla Gerevini.
- Ricordi la tua prima fotografia? Assolutamente no. Ma ricordo che guardando le foto di spiagge che scattai in Thailandia pensai di poter fare qualcosa di bello con una macchina fotografica.
- Qual’è stata la tua prima macchina fotografica? Una Canon Digital Ixus 70, regalatami da mio padre. Non ci pensavo proprio, alla fotografia … Prima avevo usato le usa e getta, e sono quasi certa di aver avuto anche un’analogica di sola plastica grigia e sottile: ci facevo le foto in gita alle medie!
- Se nella tua vita non ci fosse la fotografia, dove saresti ora? Forse avrei finito la laurea specialistica in Scienze Biologiche … ma non ne sono comunque sicura.
- Scegli una tua foto e raccontaci la storia che c’è dietro. Questa foto (la prima nella gallery) è stata fatta sul treno delle 7 e qualcosa Cremona – Milano. Era il w-e del primo Passion & Profession a Milano, un workshop in cui è possibile parlare con i professionisti del settore, capire come funzionano le riviste, le agenzie, i lavori su commissioni, i reportage di viaggio. Tra un giorno e l’altro avevo comunque deciso di raggiungere il mio fidanzato a Cremona, sapendo che la mattina successiva avrei dovuto svegliarmi all’alba per arrivare in orario. Ovviamente la neve che si vede in questa foto è scesa tutta quella notte. Arrivare in stazione è stata un’impresa, con piccolo tamponamento e treno perso inclusi. Sul treno che sono riuscita a prendere non c’era praticamente nessuno. Guardavo le impronte lasciate dai miei passi, mi godevo il tepore del treno, immerso nel silenzio surreale che la neve porta con se. E se la testa era piena di pensieri, fuori c’era solo bianco e pace e mattino.
- Dimmi chi è stato uno dei tuoi maestri e il nome di un fotografo che mi consigli di seguire. Elliot Erwitt per la spontaneità, la freschezza, la gioia durante uno scatto; Lina Scheynius che trasforma ogni momento intimo in arte; Toni Thorimbert che mi ha insegnato che serve l’occhio del fotografo ma servono moltissimo anche la costanza, la continua ricerca, il duro lavoro, lo studio costante (che poi è quello che dice sempre anche il mio fidanzato ); Todd Hido che mi fa sempre sperare di poter vivere la mia vita fotografando la neve. Adoro gli autoritratti di
Anna Di Prospero.
Una doverosa precisazione: le immagini riportate di seguito sono adattate al layout del sito web, quindi possono differire per taglio e qualità alle originali fotografie.