Clorinda Pascale è una giovane fotografa le cui opere sono estremamente interessanti, ritraggono scenari quasi sempre cupi e introspettivi (cosa che si riscontra anche nei titoli che in alcuni casi sono citazioni di canzoni).
Clorinda utilizza spesso uno scatto sfocato, invecchia la foto con tecniche digitali, creando un alone di mistero che avvolge le sue foto. Riesce a dare ai suoi scatti un’impronta molto personale, liberandosi da quell’atmosfera sterile che a volte si osserva nelle foto. I soggetti (quando non è Clorinda stessa) sono insoliti: ci sono bambole piangenti, fiori appassiti, immagini sovrapposte per crearne una sola. Soggetti di grande impatto visivo, che riescono in qualche modo a commuovere lo spettatore, perché collegando le foto ai titoli, riesce a narrare cose già viste e già sentite, come impressioni, stati d’animo famigliari all’essere umano, con un impronta del tutto nuova e per nulla scontata e banale.